Home » L'Ordine dei Predicatori » Grandi figure domenicane » Girolamo Savonarola
girolamo savonarola
di P. Armando Verde OP
Di se stesso fra Girolamo disse di essere frate e di voler rimanere soltanto tale; disse anche che era un predicatore, di quelli che formano, insieme agli evangelisti, le quattro ruote del carro trionfale di Cristo Crocifisso ed assicurò che mai sarebbe passato nella schiera dei seguaci dell'Anticristo. Anche i suoi contemporanei, che lo chiamavano comunemente "il frate", non ebbero difficoltà a riconoscere in lui il religioso di santa vita che si prodigava per il bene comune della città. Durante la "pratica" riunita dalla Signoria il 3 marzo 1498 affinché i partecipanti dessero il loro parere sulla questione dei due Brevi pontifici arrivati a Firenze pochi giorni prima (Brevi che, sotto pena di interdetto, intimavano al Capitolo della Cattedrale ed alla Signoria stessa di imporre a fra Girolamo, scomunicato dal giugno dell'anno precedente, la sospensione della predicazione che egli andava svolgendo nel Duomo), Luigi Corsi, a nome di sei dei Sedici gonfalonieri di compagnia, disse che il caso pareva "grande" e che il Papa era male informato, perché se avesse conosciuto "e' frutti di questo Frate [... ], non harebbe mai potuto fare questo, maxime essendo [il Frate] sancto... "; subito dopo, a nome dei Dodici Buoni uomini, prese la parola Filippo Sacchetti che, confermando il giudizio espresso da Luigi Corsi, aggiunse “che ne' tempi che la Republica fu afflicta, per i prieghi di questo servo di Dio", i fiorentini furono liberi e che tutti conoscevano quanto il priore di S. Marco si fosse affaticato per il bene di tutti (Consulte e pratiche della Repubblica Fiorentina 1498-1505, a cura di D. FACHAERD, Ginevra 1993, I, p.43).È noto che Niccolò Machiavelli ritenne il Savonarola un profeta disarmato. Francesco Guicciardini non ebbe una "opinione risoluta": "se lui fu buono abbiamo veduto uno grande profeta - egli scrisse - se fu cattivo, un uomo grandissimo". Nel 1521 Bartolomeo Cerretani, nel comporre il Dialogo della mutazione di Firenze, pose sulla bocca del Guicciardini, uno degli interlocutori di quel Dialogo, parole di grande ammirazione per "la santissima vita sua e de' sua frati e di quelli che in verità credevano, perché [il Frate] non predicava se non carità, semplicità, patientia e fede, introducendo nella mente delli huomini quella vita di quei primi cristiani e di que' santi religiosi" (B. CERRETANI, op. cit., a cura di R. MORDENTI, Roma 1990, pp.23-24).
Fra Girolamo espresse il suo proposito di essere soltanto un Frate in un momento importante della sua vita e della vicenda costituzionale fiorentina Dopo la cacciata di Piero, il 21.XII.1494, quarta Domenica di Avvento, predicando in S. Maria del Fiore, esortò i fedeli ad una pronta pacificazione che non escludesse né coloro che avevano collaborato con i Medici né coloro che, subendone spesso le conseguenze, li avevano osteggiati, essendo questa, a suo avviso, la condizione indispensabile per attuare una nuova forma di "reggimento", fondata sull'istituendo Consiglio Maggiore, che rendesse finalmente possibile una fraterna e proficua convivenza.
Per chiarire la natura spirituale dell'opera che intendeva svolgere, nella stessa predica ripercorse il cammino che dal suo ingresso nell'Ordine Domenicano lo aveva portato SiI10 a quel momento, e spiegò che la strada che egli avrebbe voluto seguire era quella della predicazione per la riforma morale della corrotta società civile ed ecclesiastica, e che soltanto per ubbidire a Dio accettava di farsi strumento della costruzione del nuovo Stato. Infine si dichiarò disponibile a dare il suo contributo di idee e di incitamento perché i fiorentini edificassero "uno Stato che li conservi la bontà", ma avvertì che non si sarebbe occupato delle ordinarie e comuni questioni di governo: XI nei “tuoi particulari ‑ egli disse ‑ non mi ho ad intromettere, perché io voglio essere frate e non altro... " (G. SAVONAROLA, Prediche sopra Aggeo, a cura di L. FIRPO, Roma 1965, XIX, p. 344).
I moderni amano chiedersi: fu fanatico o santo? eretico o santo? Non di rado lo vedono come il rivoluzionario di Dio. Su di lui, in questo quinto centenario della sua morte, si vanno pubblicando molti libri: è stata ristampata, con Avvertenza di E. Garin e Note aggiunte di A. F. Verde OP, la Vrita di Girolamo Savonarola di Roberto Ridolfi (Editrice Le Lettere di Firenze); è anche stato ristampato, in traduzione italiana, un libro, Il processo di Girolamo Savonarola di Robert Klein (editore Corbo di Ferrara), cui, quando uscì in Francia nel 1957, il Ridolfi non attribuì altro merito che quello di far conoscere un unicum di una ristampa dell'edizione veneziana del primo processo di fra Girolamo. Nella Prefazione all'opera del Klein Adriano Prosperi (peraltro non aggiornato sulla recente storiografia relativa ai processi), adattando un'espressione usata da Marc Bloch in altro contesto, scrive: “savonaroliani, anti‑savonaroliani, diteci per piacere chi era Savonarola"
La richiesta non è infondata. In effetti, savonaroliani e anti‑savonaroliani non ci dicono, in modo chiaro ed esauriente, chi era Savonarola: applicando nelle loro indagini metodologie storiche diverse e contrapposte giungono a risultati dai quali emergono immagini contraddittorie del Frate, che alterano, quando non falsificano, i tratti della sua personalità; così le tradizionali biografie, apologetiche o polemiche, sono state avvalorate piuttosto che sottoposte al vaglio di una revisione critica. Lontani da una reale conoscenza, infatti, ci tengono quegli storici che, valutando con un certo semplicismo l'influsso della sua predicazione sugli eventi storici, giudicano fra Girolamo un predicatore fallito, che, sorretto da forze esigue e di poco conto, inascoltato dalla maggior parte dei suoi seguaci, non riuscì a realizzare neppure uno dei suoi propositi.
Spesso imprecisi nell'individuazione delle cause e delle fonti culturali della maturazione della sua personalità, lontani da una esatta comprensione del Frate ci tengono anche quegli storici che distinguono il Savonarola predicatore di penitenza mediante la minaccia di spaventosi flagelli dal Savonarola divenuto profeta della "nuova Gerusalemme" per aver gradualmente assimilato, dal 1490 in poi, la religione civica di Firenze e indotto a proporsi come tale dal prestigio acquistato attraverso la partecipazione agli eventi del 1494. Una tesi, questa, autorevolmente sostenuta, ma difficilmente condivisibile, poiché lacera la compattezza culturale e pastorale del Frate e induce a ritenere che il predicatore, che dalla partecipazione agli eventi del 1494 fu, quattro anni dopo, condotto alla forca, sia stato un uomo diverso da quello che, dopo la fuga dalla casa paterna del 1475, era giunto nella Firenze laurenziana una prima volta nel 1482, e una seconda nel 1490.
Né ad una migliore comprensione conducono quegli intellettuali che vedono nel falò delle vanità un segno di un oscurantismo intellettuale tanto evidente da collocare fra Girolamo nella cultura medievale e da precludergli le porte dell'età umanistica, senza avvertire che colui il quale programmava per i giovani suoi frati una formazione scolastica basata sull'insegnamento delle lingue latina, greca ed ebraica, e invitava i suoi discepoli più dotati a compiere ricerche nel campo della filosofia scettica, si protendeva in avanti, verso quella che sarà l'età del dubbio metodico e della ricerca sperimentale (a fra Zanobi Acciaiuoli, infatti, venuto a San Marco dalle aule scolastiche di Angelo Poliziano, il Savonarola chiese di coadiuvare fra Giorgio Antonio Vespucci, il maestro di tutta la gioventù fiorentina, entrato in convento quando aveva ormai 64 anni, nella traduzione delle opere dello scettico Sesto Empirico).
La realtà è che degli orientamenti culturali del suo tempo il Savonarola fu un interprete accorto, come si può agevolmente constatare quando non si dimentichi che seppe scorgere in Luigi Pulci un significativo esponente della cultura che una borghesia colta e spensierata aveva fatta propria e prevedere lucidamente quale influenza avrebbe esercitato quella cultura sulla comune mentalità popolare. Di qui nasceva l'asprezza delle critiche, quasi ossessive, che egli rivolse al poeta. Che sarebbe venuto alla fine, magari in forza dei flagelli, un papa degno, il "Papa angelico" di una Chiesa rinnovata, fra Girolamo era convinto anche in virtù della conoscenza della storia i ecclesiastica, e si sforzava di credere che in quest'occasione gli uomini del suo tempo avrebbero r recuperato la fede perduta; ma ciò non gli impediva di vedere con chiarezza che il processo; culturale in atto non procedeva verso il recupero della dimensione di fede così come era stata vissuta nei primi secoli della Chiesa. Ecco perché, a causa di ciò che significava nella coscienza del popolo e nella vita culturale del tempo l'opera del Pulci costituì per lui un motivo di continuo tormento, un quotidiano cruccio: nessuno più crede in Cristo Gesù annotò al margine di una carta del quaderno dove aveva vergato lo schema di una predica del Quaresimale del 1486. Quelle voci di donne cl1e aveva sentito risuonare mentre andavano cantando per le strade fiorentine i versi pulciani del sonetto in principio era il buio lo assordavano, tormentavano la sua coscienza: "Soneto fanciule" si legge nell'elenco di argomenti da trattare scritto sul margine destro dello schema preparato per la predica del Martedì di Pasqua del 149l. Merita, tuttavia, di essere sottolineato il fatto ‑ non facile a comprendersi in un oscurantista medievale che fra Girolamo può essere avvicinato, per la sua enorme capacità inventiva, ad uomini come Lorenzo de' Medici, Angelo Poliziano e lo stesso Pulci, con il quale soltanto il Frate poteva competere nella capacità inventiva di immagini dotate di altissimo potere comunicativo (non per caso il Morgante e le raccolte di Prediche di fra Girolamo erano tra i libri più diffusi nelle biblioteche private dei Fiorentini).
Molte sono, in verità, le difficoltà e le insidie che la ricerca incontra sul suo cammino. Chi, ad esempio, volesse tracciare un profilo del Savonarola predicatore della penitenza ricordando gli espedienti da lui utilizzati durante il suo ministero (falò delle vanità, organizzazione dei fanciulli, predizioni di castighi divini e di conversioni in massa, eloquenza terrificante, "la pazzia" di un ballo intorno al Crocifisso, vecchi, bambini e lui in mezzo, eccetera), delineerebbe un quadro applicabile anche ad altri predicatori della penitenza a lui contemporanei o che di poco lo avevano preceduto: a san Bernardino da Siena come a San Vincenzo Ferrer, a S. Giovanni da Capistrano come a fra Manfredi da Vercelli, a fra Roberto Caracciolo da Lecce come a frate Bernardino da Feltre, ed anche a fra Timoteo da Lucca. Ma fra Girolamo non fu nessuno di questi né alcuno di questi fu lui.
Quando un sapiente lavoro filologico sui grandi cicli di prediche pubblicati sotto il suo nome avrà distinto ciò che era del Savonarola da ciò che vi sovrapposero alcuni di coloro che lo ascoltavano, quando, e ancor più, le parole e le azioni sue saranno distinte da quelle che vi aggiunsero i suoi confratelli e persino coloro che con lui lavoravano nel medesimo scrittoio di San Marco, più nitida e genuina apparirà la sua immagine. Quando lo stesso sapiente lavoro filologico7 che già è in cantiere, avrà analizzato i verbali dei processi cui fu sottoposto, conosceremo meglio che cosa effettivamente fra Girolamo disse e soffrì dal momento della sua cattura a quello del suo strangolamento. Quando potremo disporre di un inventario dei manoscritti savonaroliani e sarà stata convenientemente analizzata la massa di testi cinquecenteschi che, per aggiunte e sottrazioni, formarono la Vita di fra Girolamo in maniera da distinguere i dati biografici da quelli devozionali, quando tale lavoro, più approfondito e vasto di quello già compiuto da Roberto Ridolfi, sarà stato compiuto, in particolare sul testo della Vita Latina e ancor più sulla Vita Hieronymi Savonarolae viri propaetae et martyris del conte Giovanfrancesco Pico, tragico creatore di immani figure mitologiche, avremo un Savonarola finalmente ricondotto alla dimensione di uomo misericordioso, quale egli fu, ed emergerà, nitida ed inequivocabile, la personalità spirituale del Frate. E allora si capirà, anche, come soltanto un tal uomo potesse essere l'ispiratore di fra Bartolomeo della Porta, mentre dipingeva il quadro della Madonna della misericordia conservato nella Villa Guinigi di Lucca.
Un'immagine più precisa e sincera di fra Girolamo, del resto, può essere già ricostruita, ora che l'Edizione Nazionale delle Opere di Girolamo Savonarola decisa nel 1952, in occasione delle celebrazioni del quinto centenario della nascita, si va completando e va completandosi altresì la pubblicazione degli inediti autografi del periodo anteriore al 1494. Un ulteriore ausilio sarà offerto all'imminente pubblicazione de Il Breviario, libro di preghiera e compagno di viaggio di fra Girolamo, il libro usato dal Savonarola per la recita dell'Ufficio Divino. È significativo, al riguardo, che il direttore della rivista "La Maison‑Dieu", p. Pierre‑Marie Gy, nella nota intitolata Du bréviaire des Saints à l'appel à la sainteté, apparsa nel primo fascicolo del 1995 della medesima rivista, abbia richiamato il Breviario del Savonarola collegandolo a quelli di S. Domenico, di S. Francesco, di S. Antonino, del Santo Curato d'Ars e del cardinale Giovanni Enrico Newman.
Era davvero un uomo nuovo, diverso da quello che era stato sino allora, il Frate che predicò in Firenze tra la fine del 1494 e l'inizio del 1498?
Al Quaresimale del 1491 fra Girolamo aveva dato inizio esclamando: “chiamate tutti gli afflitti perché annuncerò loro l'anno della remissione e della vendetta ed insegnerò a cantare: Tu exurgens etc.: Tu sorgerai avrai tenerezza per Sion perché è tempo di aver per lei pietà perché è giunta l'ora!" (Ps 101 (102),14). Il Martedì della prima Domenica, mentre riflette sul brano evangelico della Messa in cui è narrato l'episodio di Gesù che scaccia i mercanti dal tempio, si produce nella sua mente una strana fantasia ‑ come egli la chiama ‑ che lo porta ad uscire dalla sua cella e ad andare nell'Ospizio del convento, dove incontra un confratello intento a riscaldarsi al fuoco; questi gli chiede di cercare nella Bibbia il testo nel quale si parla della "casa lebbrosa." Il Savonarola apre il libro e legge i versetti 32‑54 del capitolo 14 del Levitico, che trattano, appunto, della casa infetta e della sua purificazione. I termini del testo biblico (casa‑lebbrosa / sacerdote che vi entra per purificarla / sostituzione delle pietre infette) vengono traslati da fra Girolamo a significare la Chiesa infetta dall'eresia, nella quale Gesù entra per riedificarla sostituendo le pietre infette con altre sane. Ora secondo la S. Scrittura ‑ commenta fra Girolamo ‑ Gesù viene o nella umiltà misericordiosa o nella maestà punitiva: vel per misericordiam vel per vindictam. L'opera di ricostruzione della casa‑Chiesa mediante la sostituzione di nuove pietre sommuove tutto e tutti i cristiani, ma non da tutti è compresa: solo i semplici, i misericordiosi comprendono e dicono: hic est Yhesus, questi è Gesù, e perciò non si turbano.
Il Mercoledì dopo la Pasqua, ó Aprile 1491, a chiusura della Quaresima, secondo la consuetudine il Savonarola. predicò in Palazzo: dopo aver affermato con S. Paolo che la giustizia di Dio è data per la fede in Gesù Cristo, invitò i Signori della Repubblica fiorentina a seguirlo nel cammino da lui intrapreso, perché solo in questo modo essi avrebbero potuto costruire la città santa: dopo aver toccato, prima di tutto, il cuore dei Signori, la fede‑Gesù, la fede‑rinnovamento avrebbe agito su quello dei potenti, attirandoli con la sua misericordia o forzandoli con i suoi castighi. Egli piange ‑ si può dire letteralmente piange ‑ su una società che ha perduto la misericordia, la bontà del cuore, che non è più capace di istituire ospizi per i poveri, che permette ai ricchi di usurpare gli strumenti di sostegno predisposti per i diseredati; piange su una società che non sa più che cosa siano l'ospitalità e l'accoglienza, che è tutta intenta al culto del denaro, su una società che ha distrutto la dimensione etica cristiana e va costruendosene un'altra che egli nettamente rigetta.
Gli uomini vorrebbero ridurre Gesù alla loro dimensione, ma Gesù si sottrae a questo tentativo. Per il Lunedì di Passione, 21 marzo 1491, il Savonarola aveva predisposto, e poi tenuto, una predica nella quale riluce il suo volto: sotto l'ispirazione del mistero della misericordia divina, realizzato da Cristo Gesù, si produsse in lui un'ardita fantasia come egli la chiama ancora una volta: immaginò il Cristo come un uomo immenso, che siede sopra la terra ed un po' alla volta si protende verso l'alto, mentre alcuni piccoli uomini tentano invano di legargli i piedi COII fili sottili come capelli.
Stimolato da una fermissima vocazione, fra Girolamo viene elaborando una grande ideologia, che ad un certo momento operò ancor essa come veicolo di profezia e produsse in lui la coscienza di penetrare nel segreto di Dio, manifestatosi in Cristo Gesù: né gli ottimati né la gente comune, tutti omuncoli, possono trattenere Gesù con i loro fili sottili; né gli uni né gli altri, cioè, possono ridurlo a loro misura. Gesù, tuttavia, vive e cammina in mezzo a loro "occulte" ed "occulte omnia disponit". Più che dallo stupore, o dall'ira per la stoltezza dell'uomo, fra Girolamo è conquistato dal mistero della misericordia di Dio: Tu exurgens misereberis Syon, quia tempus miserendi eius, quia venit tempus (Ps 101 (102),14).
Il Martedì dopo Pasqua, 5 Aprile 1491, spiegando il brano evangelico della Messa del giorno, cioè Luca 24, 36‑47 (Gesù risorto appare agli apostoli salutandoli con le parole Pax vobis) il Frate presenta il conto ai suoi ascoltatori e indica loro il prezzo che dovranno pagare per acquistare la pace del Cristo: la pace ‑ egli dice ‑ si compra con la povertà, la castità, l'umiltà: Vultis eam? Volumusl Paupertate emitur castitate humilitate. Ma gli ascoltatori, invece, dicono chiaramente che non intendono pagare un simile prezzo; essi ribadiscono di voler essere ricchi e di voler occupare lo Stato. Il Savonarola ascolta il cicalare della gente e lo ripete sul pulpito: O frater, magnum est relinquere sua. O frate, è grande cosa lasciare i propri beni et essendo homo da bene, diventare da pocho. El bisognava che tuti fussimo frati. El stato saria abandonato. Chi faria merchantie etc.?". Ciò non ostante, nulla concedeva al dubbio. Diceva: "Il Signore sorgerà e avrà ancora misericordia e manderà flagelli e profeti: i suoi sacerdoti: Tu exurgens misereberis Syon ... quia tempus miserendi… venit”: Tu sorgerai avrai tenerezza per Sion perché è tempo di aver per lei pietà perché è giunta l'ora!” (Ps 101 (102),14).
Al Frate l'uomo appare come un pellegrino: il pellegrino che va cantando “Ha sete di Te l'anima mia, il pellegrino che cammina sempre, senza mai fermarsi, il pellegrino che può smarrire la strada. Al moderno cittadino fiorentino, che andava tentando vie nuove ed aveva smarrito il vecchio cammino, diceva: "Peregrine hec non via: erras: pellegrino, questa non è la via, tu hai sbagliato strada"; a tutti: "fratelli, camminate come il pellegrino che non sta mai fermo". Predicando il Sabato dopo la Domenica di Passione, il 19 Marzo 1497, immagina un dialogo con un pellegrino che, quasi "inebriato", innalza un canto, e gli dice: "Andiamo ... hai tu mai veduto quando uno signor fa nozze e festa ed entra in una città? ... quella è la casa del Signore".
La casa del Signore purificata dalla lebbra, il recupero della fede perduta: ecco il sogno del Savonarola, la profezia del Frate.
"Savonaroliani ... diteci per piacere chi era Savonarola ... ". I savonaroliani possono rispondere: fra Girolamo era questo sogno; era questa profezia!
Ordine dei Predicatori
Provincia San Tommaso d'Aquino in Italia
Curia Provinciale - Convento Madonna dell’Arco - 80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel +39 081.89.99.111 - Fax +39 081.89.99.314 - Mail: info@domenicani.net
Provincia San Tommaso d'Aquino in Italia
Curia Provinciale - Convento Madonna dell’Arco - 80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel +39 081.89.99.111 - Fax +39 081.89.99.314 - Mail: info@domenicani.net
Newsletter
Iscriviti gratuitamente per ricevere le nostre news.
Iscriviti gratuitamente per ricevere le nostre news.