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storie e leggende 4
ATTRATTIVA IRRESISTIBILE ALL'ORDINE
Narra ancora il B. Giordano di Sassonia, testimone oculare dei fatti, che tornato dalla Terra Santa, il B. Reginaldo d'Orléans fu mandato da S. Domenico a Bologna e si diede subito totalmente alla predicazione.
« La sua parola sembrava un fuoco violento e la sua parola, come fiaccola ardente, infiammava il cuore di tutti gli ascoltatori (...). Bologna tutta era allora in effervescenza, perché sembrava che un nuovo Elia fosse sorto. In quei giorni egli ricevette nell'Ordine molti bolognesi ». (Libellus, n. 58).
Si dice che le mamme trattenevano i figli in casa perché non lo ascoltassero, per paura che si facessero domenicani.
È ricordato esplicitamente quanto accadde ad uno dèi più celebri professori dell'Università bolognese, maestro Moneta da Cremona. Temendo di essere convinto dalle parole del B. Reginaldo, egli cercava di fuggirlo e dissuadeva i discepoli dall'udirlo. Il giorno di S. Stefano i suoi scolari quasi lo costrinsero, dopo molte scuse e tergiversazioni, ad andare alla predica. Non poté entrare in chiesa per la folla, ma pur stando sulla porta udì le prime parole e ne fu preso. Finita la predica, andò a chiedere al B. Reginaldo che lo accettasse nell'Ordine Domenicano. (Vitae Fratrum, n. 196).
L'ABITO DELL'ORDINE DOMENICANO
Narra il B. Giordano di Sassonia, che l'aveva udito dallo stesso S. Domenico che, mentre questi era a Roma, passò
per andare in Terra Santa, il decano di Saint-Aignan d'Orléans, maestro Reginaldo. Ammalatosi gravemente, S. Domenico andò alcune volte a trovarlo, lo esortò ad entrare nel suo Ordine e ne ebbe libero e pieno consenso.
Mentre bruciava dalla febbre gli apparve la Regina del Cielo e Madre della misericordia, la Vergine Maria. Gli unse gli occhi, le narici, le orecchie, la bocca, le reni, le mani e í piedi con queste parole: « Ungo i tuoi piedi con l'olio santo, affinché essi siano pronti ad annunciare il Vangelo di pace ». Inoltre gli mostrò l'abito intero dell'Ordine, costituito da una tunica ed uno scapolare con cappuccio bianchi, una cintura di cuoio e una cappa e un cappuccio neri. E lo guarì. (B. Giordano, Libellus, n. 56-57).
Anni dopo, sul letto di morte a Parigi, il beato Reginaldo, al frate che era andato a portargli l'unzione degli infermi ricorderà di aver già avuto l'unzione dalla Madonna, ma affinché non si pensasse che egli disprezzasse il sacramento, l'accettava volentieri (Vitae Fratrum, n. 325).
LA GIOIA DI ESSERE DOMENICANO
Una volta fra' Matteo di Francia, che aveva conosciuto il beato Reginaldo quando era ancora fra gli onori e le comodità del mondo, gli chiese: Maestro, non provate qualche rimpianto per aver preso questo abito?
E lui, abbassando la testa, rispose: Io credo di non guadagnare alcun merito vivendo in quest'Ordine, perché ci ho sempre trovato troppa gioia. (B. Giordano, Libellus, n. 64).
SOTTO IL MANTO DELLA MADONNA
S. Domenico raccontò alle Suore di S. Sisto, come se il fatto fosse accaduto ad un altro (ma i frati presenti facevano cenni che era successo a lui) questa visione.
S'era trovato improvvisamente rapito in spirito davanti a Dio. Vide il Signore e la Beata Vergine e, guardandosi attorno, tanti frati di tutti gli Ordini Religiosi, ma nessuno del suo. Perciò ne fu molto amareggiato e non osava avvicinarsi. Fu la Madonna a fargli cenno con la mano di accostarsi a lei, ma egli non osò farlo finché non lo ebbe chiamato anche il Signore, che gli chiese perché piangesse.
Piango così — rispose — perché vedo qui rappresentanti di tutti gli Ordini, ma del mio non vedo nessuno.
E il Signore:
Vuoi vedere il tuo Ordine?
Sì, Signore,
Allora il Signore, ponendo una mano sulla spalla della Beata Vergine disse:
Il tuo Ordine l'ho affidato a mia Madre.
Poi soggiunse:
Ma lo vuoi proprio vedere?
Certo, Signore.
La Beata Vergine spalancò allora il mantello di cui era rivestita e sotto di esso S. Domenico vide una moltitudine immensa di suoi frati. (B. Cecilia, n. 7).
LA PROCESSIONE DELLA SALVE REGINA
Fra Giordano di santa memoria, che fu il secondo Maestro generale, ha lasciato scritto in un suo libretto sulle origini dell'Ordine, che un santo uomo degno di fede gli aveva riferito di aver visto frequentemente, mentre i frati cantavano: Eja ergo advocata nostra (Orsù dunque, avvocata nostra), la beata Vergine inginocchiarsi davanti al Figlio e supplicarlo devotamente per la diffusione e conservazione dell'Ordine.
Ma anche una devota donna di Marsiglia, di origine e di nome Lombarda, una sera, partecipando alla completa dei frati, fu presa da tale fervore, che all'inizio della Salve Regina fu rapita in ispirito e vide quattro cose meravigliose, meritevoli di essere da noi rispettosamente ricordate.
Vide la Regina della Misericordia che quando i frati dicevano: Spes nostra salve (Salve, o nostra speranza), li salutava dolcemente; quando dicevano: eja ergo, advocata nostra (orsù dunque, nostra avvocata), si inginocchiava davanti al Figlio e pregava per i frati; e quando soggiungevano: /Hos tuos misericordes oculos ad nos converte (rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi, la vide lieta guardarli con occhio amoroso. Quando infine cantavano: Et Jesum, benedictum fructum ventris tui nobis post hoc exilium ostende (E mostraci dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno), la vide con in braccio il Figlio ancora in tenera età, mostrarlo a tutti e a ciascuno dei frati con molta gioia.
Ordine dei Predicatori
Provincia San Tommaso d'Aquino in Italia
Curia Provinciale - Convento Madonna dell’Arco - 80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel +39 081.89.99.111 - Fax +39 081.89.99.314 - Mail: info@domenicani.net
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