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storie e leggende 3
RIGIDO E FLESSIBILE
Nelle leggi datesi dall'Ordine — secondo l'idea fondamentale di S. Domenico — nessuno è autorizzato a mutare, aggiungere o togliere qualsiasi cosa di proprio arbitrio. Perché il trascurare le piccole cose dà giustamente a temere una progressiva decadenza.
(...) Tuttavia il superiore ha nel suo convento facoltà dí dispensare i frati ogni qualvolta lo riterrà opportuno, particolarmente in ciò che sembrasse ostacolare lo studio, la predicazione o il bene delle anime. « Perché il nostro Ordine — è scritto nelle leggi fondamentali — fin dall'origine, è stato specificamente fondato per la predicazione e la salvezza delle anime e il nostro stesso studio deve in primo luogo, con ardore e con tutte le forze, mirare a renderci capaci di essere utili all'anima del prossimo ».
Comunque, le leggi dell'Ordine — novità per quel tempo! — non obbligano sotto pena di peccato, ma solo a sottostare ad una penitenza.
FUOCO DI LEGNO E FUOCO DELLA VERITA'
Tra eretici e cattolici avvenivano — come era uso del tempo — molte dispute pubbliche. Un giorno, a Montpellier, dopo una disputa, S. Domenico scrisse una sintesi degli argomenti cattolici e consegnò il foglio ad un eretico perché ne potesse prendere visione.
Durante la notte un gruppo di eretici, riuniti in una casa, decisero di sottoporre il foglio a un « giudizio di Dio », gettandolo nel fuoco: se fosse bruciato sarebbe stato segno che il contenuto era falso, e vera perciò la loro eresia.
Il foglio fu buttato nel fuoco, ma pur essendo rimasto per qualche tempo in mezzo alle fiamme, ne fu respinto senza alcun segno di bruciatura. Così pure una seconda e una terza volta.
Ciò nonostante, gli eretici non si vollero convertire (da P. De Vaux de Cernaí, Historia Albigensis, n. 54).
DI FRONTE ALLA MORTE
Qualche giorno prima del 28 luglio 1221 S. Domenico, proveniente da Venezia, giunse a Bologna sfinito. Ma non si concesse alcun riposo. Nei giorni seguenti il malessere si aggravò. Per la prima volta accettò di dormire a terra su un materasso di lana. Mai un lamento. Quando ce la fa, parla di Dio. Chiama ripetutamente i novizi, li conforta e li sprona al bene. (Processo di Bologna, n. 7).
Nella speranza di fargli del bene i suoi frati lo portano su una collina a S. Maria a Monte. Il mattino del 6 agosto, sentendo prossima la fine, fece venire il priore fra Ventura con una ventina di confratelli. « Quando gli furono d'intorno, egli, rimanendo a giacere sul letto, cominciò a predicare facendo loro una bella e commovente esortazione » (Ibid., n. 8).
Avendo fatto la confessione generale alla presenza di molti sacerdoti, tutti furono convinti che non avesse mai peccato mortalmente e si fosse conservato vergine. Il medesimo Santo disse poi a fra' Ventura: « Fratello, ho peccato perché ho parlato pubblicamente della mia verginità davanti ai miei frati: non dovevo farlo ». (Ibid., n. 5).
Il Beato Giordano di Sassonia ricorda la raccomandazione di S. Domenico di fuggire le occasioni pericolose. « Vedete — aggiunse — fino ad oggi la misericordia di Dio mi ha conservato nell'incorruzione della carne; tuttavia devo confessare di non essere riuscito a liberarmi da questa imperfezione, di trovar anch'io, cioè, più attrazione nel parlare con donne giovani che non nel conversare con delle vecchie » (B. Giordano, Libellus, n. 92).
Quando seppe che il monaco della chiesa di S. Maria a Monte l'avrebbe fatto sotterrare lì, S. Domenico reagì: « Non sia mai che io venga seppellito in altro luogo che sotto i piedi dei miei frati. Portatemi via di qui; che io muoia piuttosto in strada e così voi potrete seppellirmi nella nostra chiesa. E allora, con molte precauzioni, nel timore che morisse per strada, lo presero e lo riportarono a spalla a Bologna. (Processo di Bologna, n. 5).
Qui giunto, si riposò un'ora buona e poi fece chiamare il priore per dirgli: Preparatevi. E dopo che il priore e i frati si furono preparati per la solenne raccomandazione dell'anima e si furono raccolti intorno a lui, S. Domenico disse loro:. Aspettate ancora un po'. Frattanto il priore gli disse:
— Padre, tu sai che ci lasci desolati e tristi. Ricordati di pregare per noi il Signore.
Allora S. Domenico, alzando gli occhi e le mani al cielo, disse:
Padre Santo, tu sai che io ho perseverato volentieri nella tua volontà e che ho conservato e custodito quelli che tu mi hai affidato. Li raccomando a te: conservali e custodiscili.
Ed essendosi i frati raccomandati a lui, rispose:
Io vi sarò di maggiore utilità ed aiuto da morto, di quanto non sia stato durante la mia vita (Ibid., n. 8).
Dopo un po', il medesimo Domenico — racconta Fra' Ventura (il Priore già avanti ricordato) — disse: Incominciate. Ed essi incominciarono a cantare l'ufficio della raccomandazione dell'anima; e lo stesso S. Domenico si unì alle preghiere con un leggero movimento delle labbra.
Durante la recita dell'ufficio, morì. I frati stavano proferendo le parole: ...venitegli incontro, Santi del Cielo; accorrete, Angeli del Signore; accogliete la sua anima per portarla al cospetto dell'Altissimo » (Ibid., n. 8).
Sulla nuda carne, nel comporre il cadavere, viene trovata una catena di ferro stretta intorno ai fianchi.
Si cerca un abito decoroso per rivestirlo, ma egli non possedeva che una sola tunica e il fango, la polvere, il sudore deì viaggi l'avevano ridotta in condizioni pietose. Maestro Moneta, che già gli aveva dato la cella, gli dà il proprio abito. (Vicaire, op. cit., p. 530).
«Possa il Dio che egli onorò da vivo, per intercessione delle sue preghiere, darci la sua grazia in questa vita e la sua gloria in quella futura».
(Dalla bolla di canonizzazione del Papa Gregorio IX, 3 luglio 1234).

Ordine dei Predicatori
Provincia San Tommaso d'Aquino in Italia
Curia Provinciale - Convento Madonna dell’Arco - 80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel +39 081.89.99.111 - Fax +39 081.89.99.314 - Mail: info@domenicani.net
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