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messaggio del priore provinciale
per la pasqua di risurrezione 2019
Messaggio di
fr. Francesco La Vecchia OP
Priore provinciale
dei
Frati Predicatori
della
Provincia San Tommaso d’Aquino in Italia
in occasione della
Pasqua di Risurrezione del Signore
2019
_________________________
Vi do un comandamento nuovo,
dice il Signore:
come io ho amato voi,
così amatevi anche voi gli uni gli altri.
(Gv 13,34)
Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore,
chissà quante volte abbiamo ascoltato questa citazione evangelica che esprime e sintetizza tutta la novità del Vangelo di Gesù. Una parola ascoltata più volte, così come una parola citata e rilanciata nel tentativo di far comprendere il significato più profondo di questo termine, spesso usato da molti e con diverse accezioni in contrasto tra loro. Il termine “amare” non si limita soltanto ad esplicare un sentimento o un movimento dell’animo che prova a sintetizzare gesti e fatti che mostrino solidarietà e spirito di accoglienza verso i nostri fratelli. Questa parola esprime soprattutto il modo di essere del Figlio di Dio che, facendosi vero uomo, tenta di rivelare e di spiegare all’umanità il vero senso di cosa significhi essere uomini e uomini ad immagine del Dio vivente.
Dopo il peccato originale, peccato di presunzione e di egoismo solitario che l’uomo ha compiuto negandosi la possibilità di capire cosa significhi amare secondo il cuore di Dio, l’uomo ha vissuto un tempo di deserto buio e solitario che ha provato a illuminare con gesti personali e iniziative autonome che, nonostante la loro bellezza oggettiva e il tentativo di ritornare sui propri passi, non è riuscito a riappropriarsi appieno di quel modo di essere e vivere l’amore che può realizzarsi solo nella logica della comunione e mai del fare da soli.
Il nuovo comandamento dell’amore non è una novità assoluta. A renderlo nuovo dovrebbe essere quello sguardo che ci offre una prospettiva nuova e diversa che non si pone solo in alternativa con le visioni umane spesso limitate ed egoistiche. Si tratta della prospettiva “dall’alto”: la prospettiva del Salvatore che, lasciandosi elevare da terra sulla croce (cfr. Gv 12,32), torna ad offrire all’umanità tutta uno sguardo d’insieme che permette ad ognuno di noi di comprendere in modo nuovo, in modo totalizzante, il messaggio dell’amore che non può essere scisso dalla logica della comunione e del dono di sé ai fratelli.
Amare secondo Colui che è amore per natura significa questo: far porre in continuo dialogo vita e carità, generando nella logica del sacrificio e del dono totale di sé agli altri, un’apertura continua che non smetta mai di accogliere, perdonare, integrare, facendo di ogni gesto di amore mai l’ultima occasione ma quella sempre nuova, capace di rigenerarsi, di riprendere il cammino, gettandosi alle spalle il proprio peccato fatto di visioni mediocri e tornacontiste, guardando dall’alto della croce con occhi misericordiosi che riconsegnano ad ogni uomo di buona volontà la propria dignità da condividere con gli altri uomini da tornare a guardare con occhi rinnovati, per riconoscere il nostro essere fratelli e figli di un solo Padre.
Le letture bibliche cha accompagnano la liturgia del Giovedì santo ci presentano quanto nella storia della salvezza del popolo eletto e della nuova Gerusalemme viene indicato per vivere la Pasqua. Il Libro dell’Esodo (cfr. Es 12,1-8.11-14) invita i figli d’Israele a consumare quell’ultimo pasto dal sapore di schiavitù secondo una ben precisa modalità: quella sarà la Pasqua del Signore! Una Pasqua con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone da viaggio in mano. Il tutto da consumare in fretta. Fretta per assaporare la libertà promessa e la dignità da riconquistare. Anche la pagina evangelica di Giovanni (cfr. Gv 13,1-15) ci racconta di quella medesima cena da celebrare come festa del Signore come rito perenne di generazione in generazione. Ma è qui che il comandamento nuovo prendere vita e definitiva forma: non si tratterà più di ricordare soltanto la salvezza donata. La memoria si fa memoriale; il rito diventa vita; la celebrazione si fa dono perenne dello stesso Figlio di Dio che dona sé stesso, la propria vita, perché tutti gli uomini tornino ad essere una sola cosa con il Padre e con lui (cfr. Gv 17,20-26).
Cristo dona la sua vita coinvolgendo ogni uomo di buona volontà in questa missione fatta di scambio e di donazione totale che assumerà la forma tanto della cena pasquale quanto del servizio attraverso il gesto della lavanda dei piedi. Un servizio rivelatore della vera identità di figli di Dio: non possiamo tirarci indietro! Non possiamo tornare a fare da soli. Non possiamo non sentirci parte viva e protagonista di una Pasqua che continuamente ci ricorda la logica del donare la propria vita servendo i fratelli in tutte quelle forme tanto spirituali che materiali. Non posiamo fare ancora una volta nostre le parole di Pietro che inizialmente rifiuta il gesto del Maestro. “Se non ti laverò, non avrai parte con me!” (cfr. Gv 13,8-9) Se non ci lasceremo nutrire dalla sua Eucarestia, se non ci lasceremo lavare dal suo servizio di maestro e pastore, non comprenderemo la comunione necessaria e vitale per essere testimoni credibili del Risorto.
Ecco la novità dell’amore: “vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi!” (cfr. Gv 13,15). Una novità da vivere con i fianchi cinti e il bastone da viaggio, pronti a inchinarci sui piedi dei fratelli per avere tutti parte a quell’unico regno di amore che restituisce pace e giustizia, perdono reciproco e solidarietà fraterna e vivere così quella vita che il Redentore ci ha riconsegnato rinnovata dal dono della sua vita e della sua croce.
La nostra speranza ora si fa preghiera: “O Dio, che nella passione del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla morte, eredità dell’antico peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio; e come abbiamo portato in noi, per la nostra nascita, l’immagine dell’uomo terreno, così per l’azione del tuo Spirito, fa’ che portiamo l’immagine dell’uomo celeste. Amen!”
Luminosa Santa Pasqua di Risurrezione a tutti.
Auguri perché la preghiera divenga vita nuova!
vertrauenswürdige replica uhren
Prot. n. 049/2019/P
Dalla Domus provincialis
Convento Maria SS. dell’Arco,
S. Anastasia (NA), 14 marzo 2019
Domenica delle Palme e della Passione del Signore
Ordine dei Predicatori
Provincia San Tommaso d'Aquino in Italia
Curia Provinciale - Convento Madonna dell’Arco - 80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel +39 081.89.99.111 - Fax +39 081.89.99.314 - Mail: info@domenicani.net
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